C’è una stanza un po’ magica. Una di quelle che nel momento che chiudi la porta dietro di te ti accorgi di essere in un ambiente così lontano e fantastico, così imprevedibile che potrebbe accadere l’impossibile. Una di quelle stanze in cui potrebbe nevicare dentro o sbocciarvi la primavera, potresti essere in pericolo da creature che ti vorrebbero togliere la vita o arrivare alla fine della tempesta a vedere che alla fine ciò che rimane è il cielo sopra le nostre teste.
Entra pure a vedere nella mia.
Vorrei mare,
a dirmi quanta violenza
ha sommerso in sé,
a dirmi come può gioire
agli occhi di chi
ne prende l’estati e ne prosciuga le acque.
Dimmi mare, come inabissi
questi umani esseri egoisti,
come ti fai mare
d’amare e da odiare.
Fammi mare,
fatti amare.