La narrazione dei miti, racconti e leggende dal mondo come strumento privilegiato di osservazione dell’essere umano e della cultura filtrata da diversi contesti ambientali. Desideri, pensieri, istinti, emozioni e spiritualità viste attraverso il tramandarsi delle leggende e dei miti nella storia dell’uomo da diversi continenti e paesi del mondo.
PANGU IL CREATORE
In origine cielo e terra non esistevano, né erano separati l’un l’altro. L’universo era come un grande uovo, caotico e buio all’ interno, senza che si potesse distinguere fra sopra e sotto e nord, sud, est ed ovest. Un giorno, dall’ uovo nacque un grande eroe. Pangu si formò nell’ uovo per 18 mila anni e alla fine si svegliò. Aperti gli occhi, vide solo oscurità e sentì un gran caldo, al punto da non poter respirare. Volle alzarsi, ma non ci riuscì, perché il guscio dell’uovo gli pressava il corpo. Pur muovendosi all’interno dell’uovo stiracchiando braccia e gambe, non riusciva a liberarsi. Furioso, impugnò un’ascia che aveva con sé dalla nascita e la alzò, ed ecco che con un gran frastuono il grande uovo si spaccò improvvisamente: le materie leggere al suo interno salirono e gravitarono nell’aria formando il cielo, mentre le materie pesanti discesero a formare la terra.
Pangu fu molto felice di aver separato cielo e terra, ma per timore che si riunissero di nuovo in un magma caotico, si mise a tenere alto il cielo col capo, premendo la terra coi piedi, dando prova dei suoi poteri magici. Crebbe allora di 3 metri al giorno, e così pure il cielo, mentre la terra si ispessiva di altrettanto. Così trascorsero 18 mila anni. Pangu risolto a mantenere la sua funzione nel frattempo crebbe a tal punto da divenire un gigante fra cielo e terra, alto 45 mila km. Solo dopo decine di millenni, finalmente cielo e terra si stabilizzarono, senza più riunirsi. Pangu penso che finalmente poteva concedersi riposo. Tuttavia, sfinito a morte, non ebbe più l’energia di sostenersi e il suo corpo gigantesco crollò a terra.
Al momento della morte, nel suo corpo avvennero enormi cambiamenti: il suo occhio sinistro diventò il sole rosso e l’occhio destro la luna d’ argento, il suo ultimo respiro originò nuvole e vento, l’ultima parola il tuono, i capelli e la barba le stelle brillanti, la testa, le mani e i piedi le quattro direzioni e gli alti monti, il sangue i fiumi e i laghi ed i vasi sanguigni le strade, mentre i muscoli si trasformarono in terra fertile, i peli in fiori e alberi, le ossa e i denti in oro, argento, bronzo, ferro, giada e pietre preziose ed il sudore in pioggia e rugiada.
Era nato il mondo.
IL GALLO CORAGGIOSO
ORIGINE: EUROPA, ROMANIA
C’era una volta un uomo, vecchio e povero che cercava di sopravvivere facendo il contadino. Era povero, ma così povero, che non aveva di che sfamarsi. Gli era rimasto solo un gallo a fargli compagnia, ma l’uomo lo considerava un peso e si lamentava continuamente. “Se almeno fosse una gallina, potrei mangiare delle uova, questo gallo non ha nessuna utilità!”
La vita del gallo era sempre più misera tanto il suo valore veniva sminuito. Un giorno il gallo, più umiliato e amareggiato dalle parole del padrone, decise di fare qualcosa. Volle rendersi utile e di dimostrare il suo ingegno.
Così si mise in cammino verso il villaggio. Sulla strada vide uno strano sacchettino che decise di raccogliere con il becco. Quale fu la sua meraviglia quando si accorse che conteneva tante monete d’oro! Tutto contento si mise a svolazzare verso casa per portare il tesoro al suo padrone “Finalmente mi apprezzerà”. Lungo il tragitto, fu assalito però da due briganti che gli rubarono le monete d’oro e gettarono il gallo in un pozzo profondo.
Lo sfortunato non si perse d’animo, bevve tutta l’acqua del pozzo, tanto da riuscire ad uscire dal pozzo. Cercò con tutte le sue forze di rincorrere i ladri ma questi lo catturarono di nuovo e per disfarsene lo gettarono nel fuoco di un camino.
L’animale non si perse d’animo e si salvò sputando sulle fiamme tutta l’acqua del pozzo che aveva inghiottito prima. Instancabile si mise ancora alla ricerca del suo tesoro e all’inseguimento dei malandrini. I ladri quando lo rividero sano e salvo con occhi pieni di stupore, per toglierselo di torno una volta per tutte lo legarono ben bene e lo rinchiusero dentro una grotta: era il loro covo, irraggiungibile da chiunque, con tutte le loro scorte, comprese le ricchezze raccolte rubando e monete d’oro. Appena fu solo, animale con ardore intrepido riuscì a liberarsi, cercò di ingoiare quante più monete d’oro potesse e ritornò finalmente dal suo padrone con occhi colmi di gioia e speranza. Fu accolto così dall’uomo con tutti gli onori: da quel giorno il contadino lo trattò finalmente come il suo amico più prezioso.
MAUI E LA CATTURA DEL SOLE
ORIGINE: OCEANIA, NUOVA ZELANDA
Per i polinesiani Maui era un Semidio ribelle ed impetuoso. Rifiutato dalla madre prima del parto fu gettato ancora feto in mare dalla madre stessa. Venne salvato dal Dio Tama Nui Ki Te Rangi, che lo allevò e infine lo restituì ai genitori. Le leggende maori raccontano che i feti abortiti divengono spiriti malvagi. Anche Maui, pur essendo stato tenuto in vita, crebbe con un’ indole insidiosa.
Tra le sue avventure si narra la “cattura del sole”. Un giorno il Sole, riconosciuto come Tamanui-te-Ra, decise di accelerare il suo percorso attraverso il cielo in modo da svegliarsi più tardi e andare a dormire presto, dietro Moorea. La terra però iniziò a soffrire terribilmente. A causa dei giorni così brevi e della poca luce solare non c’era tempo per riscaldare gli ahima’a (forni), preparare pasti o costruire marae (templi). La desertificazione progressiva della vita mosse lo spirito di Maui che quando vide ciò volle ribellarsi e ripristinare l’equilibrio: iniziò a costruire corde naturali molto resistenti usando la corteccia e i rampicanti della pianta del pandano, le fibre di purau, ro’a e mati. Intrecciò come una corda anche una ciocca di capelli di sua sorella Hinauri. Con la sua trappola di corde e capelli uscì verso la barriera corallina dove attese sul bordo dal fosso attraverso il quale il Sole ogni giorno usciva dal mare. Quando il sole Tamanui-te-Ra apparve, Maui legò saldamente le sue forti corde ai raggi del sole e le assicurò ad una roccia.
Il Sole capí di essere catturato e combatté selvaggiamente per liberarsi. Le corde di corteccia e viti cominciarono ad ardere e dissiparsi. Nulla poteva resistere alle fiamme del Sole, tranne la ciocca di capelli della fanciulla Hinauri, che teneva stretti i suoi raggi legati alla roccia.
Il Sole sfinito ed esausto rimanendo intrappolato dai capelli femminili supplicò di essere rilasciato, promettendo che non avrebbe mai più cambiato rotta attraverso il cielo. Maui lo lasciò andare allentando le corde di capelli, le uniche ad avere potere su Sole.
Da quel giorno il sole è sempre sorto presto e tramontato tardi.
Possiamo ancora oggi vedere le corde legate dal semidio quando i raggi del sole bucano il crepuscolo.